Dopo il post dedicato a “Tecnologia e stress”, proseguo il tema e propongo una mia personalissima to-do list ispirata in parte dal e al sito http://zenhabits.net.
La parola d’ordine per questi steps è una sola: S-e-m-p-l-i-f-i-c-a-r-e!
Si lo so, semplificare è difficile, può sembrare paradossale!
Iniziamo allora con delle proposte che mi piacerebbe fossero commentate da voi, in base alla vostra esperienza di vita e di lavoro:
o Identifica e cerca di assumere la consapevolezza rispetto agli elementi stressanti della tua vita e, di conseguenza attenuali se non riesci ad evitarli.
o Elimina gli impegni non necessari! Di nuovo: semplifica, semplifica, semplifica e riduci le complessità a catene di elementi più semplici.
o Evita la dilatazione dei tempi e la non organizzazione: portano ritardi e stress. Stesse considerazioni per quella che io chiamo l’organizzazione compulsiva (che dite ci sta come definizione?): non cadere nel tranello di trovare una casella per ogni cosa. Passa semmai “dal dettaglio, al generale”; spesso si tende a riordinare maniacalmente ciò che è o ci sembra in disordine, per mettere ordine alle nostre confusioni interne!
o Evita di cadere nella trappola del perfezionismo assoluto: non possiamo controllare sempre tutto ed avere il controllo totale della situazione. Ricordati: We are not the Master of the Universe! L'imperfezione è nella Natura!
o Evita il Multitasking: solo linux è veramente un multitasking funzionale! Questa affermazione non vuole riportare in auge l'eterno dibattito fra i sostenitori e i detrattori del multitasking ovvero se sia meglio fare una cosa per volta piuttosto che lanciarsi in diverse e contemporanee attività parallele. Vi voglio citare una mia (se vista dall'esterno...) divertente esperienza in tema con questo punto. Un giorno, dietro consiglio di un caro amico, decido di approcciarmi al network di LinkedIn. A parte il mio personale giudizio sulla sua web usability che non è del tutto positivo, inizio a effettuare le operazioni di iscrizione al sito mentre in contemporanea stavo:
o telefonando a un collega di lavoro;
o lanciando messaggi non verbali al mio vicino di ufficio che stava gesticolando davanti a me;
o osservando il contatore della posta elettronica che mi indicava degli elementi in arrivo;
o leggendo alcuni punti dal mio block notes.
Il risultato è stato che ho portato a termine l'iscrizione al sito con successo ma, piccolo e non trascurabile particolare, avevo dato il mio consenso (inconsapevolmente) al “prelievo coatto” di tutti i miei contatti email da Outlook: ciò si è tradotto nell’invio di circa un migliaio di email a persone a cui probabilmente non l’avrei mai mandata (ho un'agenda unica sia per i contatti di lavoro, sia per quelli personali forse meno interessati a un discorso professionale come LinkedIn propone). Da allora cerco come buona prassi di cancellare periodicamente i contatti ormai in “disuso e obsoleti” e di ridurre le mie attività in multitasking, facendo tesoro di quanto capitatomi…
o Non disperdere le energie in mille rivoli: concentrare il focus! Su questo voglio indirizzare la vostra attenzione a questo bel post http://www.strategievincenti.net/vivi-secondo-il-principio-di-pareto
o Evitare le persone negative. Attenzione! Questo non significa vivere circondati solo da persone accondiscendenti o non porsi a confronto con gli altri. Significa solo di fare attenzione e non frequentare quelle persone “che assorbono e influenzano la nostra positività”. La lingua giapponese utilizzerebbe un ideogramma per indicarli che significherebbe “ladri di vita”.
o Utilizza il Reframing. Solo questo punto meriterebbe un post a parte! Chi magari ricorre alla PNL o alle tecniche proposte ad es. da Anthony Robbins, sa già di cosa si tratta.
Letteralmente significa ricontestualizzare, creare una “cornice” diversa rispetto a una determinata situazione o accadimento.
Il buddismo dice ad esempio che in sé ogni cosa non è solamente negativa o positiva. Siamo noi ogni volta a far prevalere un determinato aspetto. Il vedere sempre il lato “nero” delle cose è solamente un punto di vista, una abitudine … inutile e non produttiva che crea dei fastidiosi elementi di influenza e di stress! Ribaltiamo le nostre visioni negative in positive; creiamo gradualmente un nuovo modo di affrontare la vita.
Per approfondire questo tema, vi consiglio anche di vedere “la profezia che si auto avvera” o il c.d. “effetto Rosenthal”, elementi molto noti nelle scienze sociali. Alcuni link esplicativi: http://www.ilmiopsicologo.it/pagine/come_le_nostre_aspettative_influenzano_le_relazioni_con_gli_altri_l_effetto_pigmalione.aspx http://it.wikipedia.org/wiki/Effetto_Pigmalione http://it.wikipedia.org/wiki/Profezia_che_si_autoavvera
o Aiuta gli altri! È gratificante ed attiva delle sensazione di benessere, oltre a contribuire al cambiamento positivo della società in cui viviamo.
o Cerca delle pause, anche piccole, (qualche nanosecondo???) nell’arco della giornata; l’importante è che siano veramente degli stacchi da ciò in cui siamo immersi. Ugualmente per quanto difficile possa essere, tornato a casa, dedicati ad altro che non sia il lavoro: staccare i cellulari e spegnere i PDA è già un buon inizio.
o Rallenta… take it easy …
Qui vi voglio raccontare un episodio accadutomi lo scorso anno, non molto piacevole ma dal quale ho tratto un monito per il ritmo della mia vita.
Il prologo doveroso è quello di inquadrare il tutto nel periodo maggiormente stressante della mia vita, in cui mi sono sentito a rischio di overburning che tradotto con qualche francesismo significa che non ne potevo più: erano mesi di continui stress fisici e di pressioni psicologiche dovute a tempi sempre più compressi, riunioni a ciclo continuo, pranzi a base di toast e cene in pizzeria (fortunatamente è da diversi anni che non fumo …) , scompensazioni tra ritmi del sonno e dell’attività.
Un bel quadretto insomma … con questo scenario, mi trovo ad una riunione serale e, improvvisamente il mio corpo inizia a lanciarmi dei segnali: tachicardia.
Una tale sensazione non l’ho mai provata. Impallidito, il cuore mi batteva talmente forte da non riuscire a respirare e mi trovavo a dover tossire per far entrare un po’ d’aria nel mio corpo. Questa aritmia cardiaca è durata più di trenta lunghissimi e fottutissimi minuti che mi apparivano una eternità, durante la quale inevitabilmente il mio pensiero correva alla mia piccola figlia appena arrivata.
Da un punto di vista medico si è trattato di un attacco di tachicardia parossistica e, senza voler entrare nel merito della disamina delle varie cause e concause, vi posso assicurare che da allora cerco sempre di pormi poche priorità e di agire in base ad esse, senza forzare (o meglio, senza rincorrere a forza) i tempi. Taking it easy, per l'appunto …
o Usa compassione: nel senso buddista del termine; con passione; condivisione.
L’ideogramma cinese della compassione si compone di un simbolo che significa cuore, sopra dei legacci che si sciolgono. La compassione è la virtù che permette al cuore la massima espansione.
Nel Buddismo, la compassione viene definita jihi.
Il significato di jihi è quello di togliere sofferenza e dare felicità.
Nelle lingue occidentali, italiano compreso, il termine compassione viene di solito usato per indicare sentimenti come la la pietà o la commiserazione.
La compassione buddista va oltre questo significato: il carattere ji indica la vera amicizia, il puro amore dei genitori e la simpatia mentre hi contiene in sè l’idea di pietà e preoccupazione per le sofferenze altrui.
o Sii flessibile. Ed intendo quello stato mentale che ci permette di saper dare uno strappo alle regole, quando è funzionale per la propria vita e per il momento in cui ci troviamo, senza remore o rimorsi.
E per chiudere, fuori elenco, i basics (che ammettiamolo è un modo cool per definire le cose lapalissiane!): cerca di condurre una alimentazione corretta con un po’ di esercizio fisico. Mens sana in corpore sano, dicevano a ragione i latini!!!
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