mercoledì 3 dicembre 2008

Sotto lo stesso cielo? …

Uno dei film che ho maggiormente apprezzato è stato alcuni anni fa “Hero, un film di Zhang Yimou, con Jet Li tra i protagonisti principali.


Il film mi è piaciuto per differenti ragioni: per la trama, per come è stato “girato”, per i contenuti nella loro accezione valoriale.



Si tratta di un racconto epico – onirico che sconfina nella fantasy più pura, ambientato nella Cina e collocato temporalmente nel Terzo secolo avanti Cristo.


L’Impero è suddiviso in diverse provincie, ognuna delle quali vuole ottenere la supremazia su tutte le altre. In particolare, il re di una di queste, il Re Quin è profondamente deciso a diventare l’imperatore.


Il racconto si snoda attraverso le guerre e le lotte tra i membri delle varie fazioni, ma si concentra sulle vicende personali di alcuni di loro, con una struttura a flashback cromatici (nel senso che ad ogni colore corrisponde un particolare stato emozionale: Rosso la menzogna, Blu la supposizione, Bianco la realtà e Verde il ricordo).


Nello specifico, il re sogna di unificare i regni “sotto un unico cielo”.


Ma qualcuno non è d’accordo: Cielo, Spada Spezzata e Neve che Vola, i tre guerrieri ribelli su cui si incardinano i flashback del film.


Il timore verso questi prodi guerrieri è talmente grande che perfino il re, per paura di essere assassinato da uno di loro, ha fatto sgomberare l’intero palazzo e non permette a nessuno di avvicinarsi a lui a meno di cento passi.



Tranne a colui che “riuscirà ad uccidere Cielo, Spada Spezzata e Neve che Vola, che riceverà in dono oro e terre e gli sarà concesso il privilegio di bere il the in compagnia del sovrano avendolo ad una distanza di dieci passi…”.


Si presenta al cospetto del Re Quin, un guerriero chiamato Senza Nome, il quale afferma di aver ucciso i tre guerrieri. A prova, le spade dei tre.


Il re gli concede udienza e gli chiede di raccontargli come li ha uccisi.


Nel corso del racconto, non voglio scrivere un post “spoiler” per coloro che vogliono vedersi il film, il Re si accorge che il guerriero Senza Nome sta mentendo e ha inscenato il tutto con l’obiettivo di avvicinarsi abbastanza a lui per utilizzare la tecnica chiamata della morte a dieci passi, uccidendolo.



E qui un finale magistrale … riporto piè pari quanto letto su questo bel sito http://www.grenar.info/cgi-bin/articles.asp?id=4 “Percepisco la tua esitazione”, dice il re a Senza Nome. … Proprio quando potrebbe uccidere il Re, l'Eroe capisce una cosa che non aveva potuto neppure immaginare prima. Capisce che il Re ha realizzato l'unità del popolo cinese, e questa unità è più importante dei suoi sentimenti di vendetta, è più grande della sua vita e della sua morte. E così rinuncia a compiere la sua vendetta e accetta di essere sacrificato, ucciso dai guardiani del re, che lo trafiggono con mille frecce. Il Re ha saputo compiere l'unificazione dei territori e del popolo Han "sotto lo stesso cielo".



Ogni tanto rivedere e ricordare questo film mi aiuta a sopportare un po’ di quel mal di vita e di quei dubbi che talune volte ti assalgono che ti fanno domandare se “Ne vale la pena?”, “Devo ribattere?”.


Dobbiamo stare tutti sotto lo stesso cielo.





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