martedì 23 dicembre 2008

Jingle bells rock!

A tutti i miei migliori auguri di serene festività! E che il 2009 possa riservare tanti desideri avverati... (thanks to http://curiousphotos.blogspot.com/2008/12/christmas-wallpapers-2008-downloads.html)

Per un Natale un pò diverso ...

mercoledì 17 dicembre 2008

Semplificarsi la vita e vivere meglio. Una proposta per una possibile to-do list

to do list



Dopo il post dedicato a “Tecnologia e stress”, proseguo il tema e propongo una mia personalissima to-do list ispirata in parte dal e al sito http://zenhabits.net.

La parola d’ordine per questi steps è una sola: S-e-m-p-l-i-f-i-c-a-r-e!


Si lo so, semplificare è difficile, può sembrare paradossale!



Iniziamo allora con delle proposte che mi piacerebbe fossero commentate da voi, in base alla vostra esperienza di vita e di lavoro:



o Identifica e cerca di assumere la consapevolezza rispetto agli elementi stressanti della tua vita e, di conseguenza attenuali se non riesci ad evitarli.


o Elimina gli impegni non necessari! Di nuovo: semplifica, semplifica, semplifica e riduci le complessità a catene di elementi più semplici.


o Evita la dilatazione dei tempi e la non organizzazione: portano ritardi e stress. Stesse considerazioni per quella che io chiamo l’organizzazione compulsiva (che dite ci sta come definizione?): non cadere nel tranello di trovare una casella per ogni cosa. Passa semmai “dal dettaglio, al generale”; spesso si tende a riordinare maniacalmente ciò che è o ci sembra in disordine, per mettere ordine alle nostre confusioni interne!


o Evita di cadere nella trappola del perfezionismo assoluto: non possiamo controllare sempre tutto ed avere il controllo totale della situazione. Ricordati: We are not the Master of the Universe! L'imperfezione è nella Natura!


o Evita il Multitasking: solo linux è veramente un multitasking funzionale! Questa affermazione non vuole riportare in auge l'eterno dibattito fra i sostenitori e i detrattori del multitasking ovvero se sia meglio fare una cosa per volta piuttosto che lanciarsi in diverse e contemporanee attività parallele. Vi voglio citare una mia (se vista dall'esterno...) divertente esperienza in tema con questo punto. Un giorno, dietro consiglio di un caro amico, decido di approcciarmi al network di LinkedIn. A parte il mio personale giudizio sulla sua web usability che non è del tutto positivo, inizio a effettuare le operazioni di iscrizione al sito mentre in contemporanea stavo:


o telefonando a un collega di lavoro;


o lanciando messaggi non verbali al mio vicino di ufficio che stava gesticolando davanti a me;


o osservando il contatore della posta elettronica che mi indicava degli elementi in arrivo;


o leggendo alcuni punti dal mio block notes.


Il risultato è stato che ho portato a termine l'iscrizione al sito con successo ma, piccolo e non trascurabile particolare, avevo dato il mio consenso (inconsapevolmente) al “prelievo coatto” di tutti i miei contatti email da Outlook: ciò si è tradotto nell’invio di circa un migliaio di email a persone a cui probabilmente non l’avrei mai mandata (ho un'agenda unica sia per i contatti di lavoro, sia per quelli personali forse meno interessati a un discorso professionale come LinkedIn propone). Da allora cerco come buona prassi di cancellare periodicamente i contatti ormai in “disuso e obsoleti” e di ridurre le mie attività in multitasking, facendo tesoro di quanto capitatomi…


o Non disperdere le energie in mille rivoli: concentrare il focus! Su questo voglio indirizzare la vostra attenzione a questo bel post http://www.strategievincenti.net/vivi-secondo-il-principio-di-pareto


o Evitare le persone negative. Attenzione! Questo non significa vivere circondati solo da persone accondiscendenti o non porsi a confronto con gli altri. Significa solo di fare attenzione e non frequentare quelle persone “che assorbono e influenzano la nostra positività”. La lingua giapponese utilizzerebbe un ideogramma per indicarli che significherebbe “ladri di vita”.


o Utilizza il Reframing. Solo questo punto meriterebbe un post a parte! Chi magari ricorre alla PNL o alle tecniche proposte ad es. da Anthony Robbins, sa già di cosa si tratta.


Letteralmente significa ricontestualizzare, creare una “cornice” diversa rispetto a una determinata situazione o accadimento.


Il buddismo dice ad esempio che in sé ogni cosa non è solamente negativa o positiva. Siamo noi ogni volta a far prevalere un determinato aspetto. Il vedere sempre il lato “nero” delle cose è solamente un punto di vista, una abitudine … inutile e non produttiva che crea dei fastidiosi elementi di influenza e di stress! Ribaltiamo le nostre visioni negative in positive; creiamo gradualmente un nuovo modo di affrontare la vita.


Per approfondire questo tema, vi consiglio anche di vedere “la profezia che si auto avvera” o il c.d. “effetto Rosenthal”, elementi molto noti nelle scienze sociali. Alcuni link esplicativi: http://www.ilmiopsicologo.it/pagine/come_le_nostre_aspettative_influenzano_le_relazioni_con_gli_altri_l_effetto_pigmalione.aspx http://it.wikipedia.org/wiki/Effetto_Pigmalione http://it.wikipedia.org/wiki/Profezia_che_si_autoavvera


o Aiuta gli altri! È gratificante ed attiva delle sensazione di benessere, oltre a contribuire al cambiamento positivo della società in cui viviamo.


o Cerca delle pause, anche piccole, (qualche nanosecondo???) nell’arco della giornata; l’importante è che siano veramente degli stacchi da ciò in cui siamo immersi. Ugualmente per quanto difficile possa essere, tornato a casa, dedicati ad altro che non sia il lavoro: staccare i cellulari e spegnere i PDA è già un buon inizio.


o Rallenta… take it easy …


Qui vi voglio raccontare un episodio accadutomi lo scorso anno, non molto piacevole ma dal quale ho tratto un monito per il ritmo della mia vita.


Il prologo doveroso è quello di inquadrare il tutto nel periodo maggiormente stressante della mia vita, in cui mi sono sentito a rischio di overburning che tradotto con qualche francesismo significa che non ne potevo più: erano mesi di continui stress fisici e di pressioni psicologiche dovute a tempi sempre più compressi, riunioni a ciclo continuo, pranzi a base di toast e cene in pizzeria (fortunatamente è da diversi anni che non fumo …) , scompensazioni tra ritmi del sonno e dell’attività.


Un bel quadretto insomma … con questo scenario, mi trovo ad una riunione serale e, improvvisamente il mio corpo inizia a lanciarmi dei segnali: tachicardia.


Una tale sensazione non l’ho mai provata. Impallidito, il cuore mi batteva talmente forte da non riuscire a respirare e mi trovavo a dover tossire per far entrare un po’ d’aria nel mio corpo. Questa aritmia cardiaca è durata più di trenta lunghissimi e fottutissimi minuti che mi apparivano una eternità, durante la quale inevitabilmente il mio pensiero correva alla mia piccola figlia appena arrivata.


Da un punto di vista medico si è trattato di un attacco di tachicardia parossistica e, senza voler entrare nel merito della disamina delle varie cause e concause, vi posso assicurare che da allora cerco sempre di pormi poche priorità e di agire in base ad esse, senza forzare (o meglio, senza rincorrere a forza) i tempi. Taking it easy, per l'appunto …


o Usa compassione: nel senso buddista del termine; con passione; condivisione.


L’ideogramma cinese della compassione si compone di un simbolo che significa cuore, sopra dei legacci che si sciolgono. La compassione è la virtù che permette al cuore la massima espansione.


Nel Buddismo, la compassione viene definita jihi.


Il significato di jihi è quello di togliere sofferenza e dare felicità.


Nelle lingue occidentali, italiano compreso, il termine compassione viene di solito usato per indicare sentimenti come la la pietà o la commiserazione.


La compassione buddista va oltre questo significato: il carattere ji indica la vera amicizia, il puro amore dei genitori e la simpatia mentre hi contiene in sè l’idea di pietà e preoccupazione per le sofferenze altrui.


o Sii flessibile. Ed intendo quello stato mentale che ci permette di saper dare uno strappo alle regole, quando è funzionale per la propria vita e per il momento in cui ci troviamo, senza remore o rimorsi.



E per chiudere, fuori elenco, i basics (che ammettiamolo è un modo cool per definire le cose lapalissiane!): cerca di condurre una alimentazione corretta con un po’ di esercizio fisico. Mens sana in corpore sano, dicevano a ragione i latini!!!

mercoledì 10 dicembre 2008

Tecnologia = Stress ???

Il mio primo computer ... sembrava lera della pietra!!!

Ricordo quasi con nostalgia il mio primo computer, un CBM 4032, vecchia gloria e antesignano dei moderni PC .


Ricordo ancora la proposta di mio padre nel lontano 1982 “Vuoi un computer oppure preferisci il motorino?”


Molti avrebbero risposto diversamente, ma già allora sentivo forte la curiosità per la nuova tecnologia.


Seguì molti anni dopo un PDA, uno Psion 3 a
che mi costò un occhio della testa!

il mio primo PDA, un glorioso Psion 3a


Questi due ricordi evidenziano due realtà:

1) Sto invecchiando!
2)
Posso definirmi un precursore per quanto riguarda le nuove tecnologie.

Ho vissuto un ciclo di evoluzione del mio essere “geek” (http://it.wikipedia.org/wiki/Geek) che è partito in lenta progressione (parallela all’allora sviluppo delle tecnologie) per arrivare ad un apice alcuni anni or sono, in cui tanto per citare un mio carissimo amico e collega (Giacomo, il quale mi prende in giro amabilmente ancora oggi), “… segnati quest’appuntamento Massimo, si vai, adesso te lo segni sul computer, poi beep, lo spostiamo sull’agenda, si beep beep lo riportiamo sul telefonino beep ..hai perso tutti i dati..beep beep..” (si riferiva ai segnali di sincronizzazione dei vari apparati che usavo).


A parte gli sketch con Giacomo in cui ci rinfacciavamo a vicenda il fatto che lui usava i piccioni viaggiatori ed io le email, il risultato sulla mia vita quotidiana era riassumibile con una scala da 0 a 100:


- Comodità 100

- Praticità 50 (riducibile a un tragico meno 30 quando dovevo appuntarmi elementi che andavano oltre la riga di testo scritto!!!)

- Ansia e stress 100 (era una continua sincronizzazione o creazione di backup: ricordate tutti l’ansia di vedersi spazzata via tutta l’agenda con duemila contatti?)

- Organizzazione 100 (tutto era molto ben ordinato e organizzato, una gran figata per un “ossessivo compensato” come me!)

Insomma il bilancio tra gli aspetti positivi e quelli negativi poteva assestarsi su uno zero virtuale … un po’ pochino … ma come si suol dire, mi sono creato una gran esperienza sul campo che mi ha permesso poi successivamente di fare il beta tester per alcune tra le più grandi e conosciute case di software internazionali per PDA (lavoro svolto con gran passione e poca remunerazione, essendo praticamente un lavoro da volontario!) e di tradurre le interfacce di un gran numero di software in italiano.

Oggi ho adottato un mix di soluzioni di “life automation” che definirei con alcuni aggettivi: “light, creative and 2.0 oriented”.

Cercherò di spiegarmi e di dare alcune indicazioni.

Light, perché ho deciso di privilegiare soluzioni “leggere” sia in termini di peso oggettivamente fisico (la possiamo definire “portabilità” o “usabilità”?), ma anche “leggere” in termini di impegno di esborso economico e di impegno “mentale”.

Ho deciso di pormi come imperativo l’ottimizzazione delle mie risorse fisiche, psicologiche e di tempo, a vantaggio del miglioramento della qualità della vita.

Creative, perché penso che “creatività = innovazione” e sia alla base di gran parte delle cose che mi tocca affrontare nella vita e spesso con un piccolo sforzo di ingegno e una gran curiosità si arriva veramente dappertutto (nel senso di riuscire a dare risposte, con senso, a tutto o quasi …)

2.0 Oriented, perché oggi con la diffusione e l’accesso sempre più semplice a Internet si possono contemplare soluzioni tecniche fino solo a un paio di anni fa non possibili e inimmaginabili.

Ed ora, ecco il mio equipaggiamento e toolbox :

- Pendrive (con funzioni di storage, capacità almeno 4 Gb) o in sostituzione se siete amanti della musica, un bel lettore/pendrive mp3
-
Netbook (linux OS) http://it.wikipedia.org/wiki/Netbook , semplice, economico (a partire da poco più di 250€), tempi di accensione sui 20/30 secondi al massimo, interfacciabile con qualsiasi cosa; softwares gratuiti.
-
Smartphone versione minimal (personalmente mi trovo meglio con soluzioni windows mobile ma sono molto curioso di provare i recenti cellulari linux based) con cui tenere una “copia” molto portatile della mia voluminosa agenda. Purtroppo per lavoro, devo sempre avere accesso alla mia agenda personale e questo rappresenta la soluzione più portabile e facilmente consultabile.
-
Block notes (dimensioni che personalmente eviterei: le micro o le large) e due matite (una rossa per le evidenziazioni e una nera con gomma da cancellare). Sono i tools più veloci, pratici, leggeri per ogni tipo di registrazione (che poi deciderò se passare su supporto informatico o mantenere come semplice appunto o come scheda da conservare)


Tools per me essenziali:

- Google tools (partendo da Gmail, Google docs fino all’ormai indispensabile Google Calendar)
-
Google calendar sync (è un piccolo software che mi permette di sincronizzare l’agenda che gestisco in ufficio con il mio account personale di Google Calendar)
-
Goosync (software gratuito con cui sono in grado di sincronizzare la mia agenda “esterna” collocata su Google con il calendario del telefonino)
-
Rememberthemilk.com : sito attraverso il quale si possono gestire con estrema facilità todolist, tasks, ecc., inseribile inoltre con facilità sul proprio calendario di Google. L’aggiornamento si può fare direttamente online via web o attraverso l’invio di email a un indirizzo riservato solo ed unicamente al proprio account!
-
Adrive.com : soluzione di storage online di ben 50 Gb completamente gratuito (utilizzabile per avere un “clone” virtuale sul web della propria pendrive o per avere sempre raggiungibile da ovunque i propri documenti)
-
Spb wallet: unica soluzione “a pagamento” ma la trovo la più completa, sicura ed interfacciabile che adempie egregiamente alla sua funzione di password storage. Unico neo, il fatto di essere solo windows oriented, versione desktop e mobile. No linux solution! Sigh, sigh.

Privilegio poi soluzioni che non siano il c.d. “All in one”; ho esperienze bruttissime in tal senso: se si blocca il telefonino – pda – mp3 – navigatore, non potrò usare né il telefono, né il navigatore, né il PDA, né l’mp3 e se non ti trovi vicino a casa, questo potrebbe essere un gran bel problema…..

Nell’ambito dell’organizzazione ho poi un sistema personale di archiviazione (sulla falsa riga della GTD ma molto più semplificata) e utilizzo spesso le mappe mentali di Buzan.

Ma forse di questo ne riparleremo in un altro post.

E le vostre esperienze/soluzioni quali sono?

sabato 6 dicembre 2008

6 dicembre 2007 - Per non dimenticare

6 dicembre 2007

Affinchè si sottragga all'oblio.

Per ricordare.

Perchè non si può morire nè per lavoro, nè per studiare.

giovedì 4 dicembre 2008

See you again Mr. Kanzaki

Sig. Kanzaki

Il 22 ottobre scorso è scomparso il Sig. Kanzaki.


Mia moglie ed io, abbiamo avuto la fortuna di conoscerlo personalmente ed è stato per noi un incoraggiamento per il nostro percorso di fede.


Che ricorderemo sempre. Fino a quando non ci incontreremo ancora, uniti in nuove esperienze verso kosen rufu.



Grazie sig. Kanzaki!




Quella che il bruco chiama fine del mondo, il resto del mondo chiama farfalla. ( Lao Tzu)

mercoledì 3 dicembre 2008

Sotto lo stesso cielo? …

Uno dei film che ho maggiormente apprezzato è stato alcuni anni fa “Hero, un film di Zhang Yimou, con Jet Li tra i protagonisti principali.


Il film mi è piaciuto per differenti ragioni: per la trama, per come è stato “girato”, per i contenuti nella loro accezione valoriale.



Si tratta di un racconto epico – onirico che sconfina nella fantasy più pura, ambientato nella Cina e collocato temporalmente nel Terzo secolo avanti Cristo.


L’Impero è suddiviso in diverse provincie, ognuna delle quali vuole ottenere la supremazia su tutte le altre. In particolare, il re di una di queste, il Re Quin è profondamente deciso a diventare l’imperatore.


Il racconto si snoda attraverso le guerre e le lotte tra i membri delle varie fazioni, ma si concentra sulle vicende personali di alcuni di loro, con una struttura a flashback cromatici (nel senso che ad ogni colore corrisponde un particolare stato emozionale: Rosso la menzogna, Blu la supposizione, Bianco la realtà e Verde il ricordo).


Nello specifico, il re sogna di unificare i regni “sotto un unico cielo”.


Ma qualcuno non è d’accordo: Cielo, Spada Spezzata e Neve che Vola, i tre guerrieri ribelli su cui si incardinano i flashback del film.


Il timore verso questi prodi guerrieri è talmente grande che perfino il re, per paura di essere assassinato da uno di loro, ha fatto sgomberare l’intero palazzo e non permette a nessuno di avvicinarsi a lui a meno di cento passi.



Tranne a colui che “riuscirà ad uccidere Cielo, Spada Spezzata e Neve che Vola, che riceverà in dono oro e terre e gli sarà concesso il privilegio di bere il the in compagnia del sovrano avendolo ad una distanza di dieci passi…”.


Si presenta al cospetto del Re Quin, un guerriero chiamato Senza Nome, il quale afferma di aver ucciso i tre guerrieri. A prova, le spade dei tre.


Il re gli concede udienza e gli chiede di raccontargli come li ha uccisi.


Nel corso del racconto, non voglio scrivere un post “spoiler” per coloro che vogliono vedersi il film, il Re si accorge che il guerriero Senza Nome sta mentendo e ha inscenato il tutto con l’obiettivo di avvicinarsi abbastanza a lui per utilizzare la tecnica chiamata della morte a dieci passi, uccidendolo.



E qui un finale magistrale … riporto piè pari quanto letto su questo bel sito http://www.grenar.info/cgi-bin/articles.asp?id=4 “Percepisco la tua esitazione”, dice il re a Senza Nome. … Proprio quando potrebbe uccidere il Re, l'Eroe capisce una cosa che non aveva potuto neppure immaginare prima. Capisce che il Re ha realizzato l'unità del popolo cinese, e questa unità è più importante dei suoi sentimenti di vendetta, è più grande della sua vita e della sua morte. E così rinuncia a compiere la sua vendetta e accetta di essere sacrificato, ucciso dai guardiani del re, che lo trafiggono con mille frecce. Il Re ha saputo compiere l'unificazione dei territori e del popolo Han "sotto lo stesso cielo".



Ogni tanto rivedere e ricordare questo film mi aiuta a sopportare un po’ di quel mal di vita e di quei dubbi che talune volte ti assalgono che ti fanno domandare se “Ne vale la pena?”, “Devo ribattere?”.


Dobbiamo stare tutti sotto lo stesso cielo.





venerdì 28 novembre 2008

Facebook, un nuovo paradigma della socialità?

Nel corso di questo mese, sembra che la carta stampata si sia accorta di Facebook, uno dei più grandi social network; da Repubblica al Sole24Ore proliferano gli articoli che esaltano “le virtù e le miserie” di questo social network.


Social network è un concetto che può essere tradotto con l’italiano di rete sociale (termine caro alla sociologia) e indica un gruppo di persone interconnesse tra loro da diversi legami, che spaziano dalla mera conoscenza casuale, ai rapporti di lavoro, ai vincoli familiari o altro.



Alcuni utilizzano FB per divertimento, altri per (ri)farsi una immagine (più o meno) pubblica, altri ancora ne abusano, altri provano e fuggono inorriditi! Altri ancora ne sono totalmente dipendenti.



Personalmente, utilizzo FB come potrei utilizzare la TV con i programmi televisivi o come utilizzerei l’Ipod con le playlist: per passare alcuni istanti di break out durante la giornata, uniti (elemento per me utile) al fatto di poter mantenere “vive” alcune relazioni amicali o famigliari.


Così ho potuto seguire le vicende della mia famiglia in Argentina o dei miei amici a Napoli; condividere con loro i miei istanti di vita, siano essi frammenti di racconto o immagini fotografiche, video o cos’altro possa essere condivisibile.


Ma soprattutto con la maggior di essi, sono relazioni sociali vere e reali.


Non ne abuso e non mi sento imprigionato da questo social network.



Penso che questo sia il vero problema: la realtà o la virtualità delle relazioni.



Non è un po’ contradditorio vantarsi di avere duecento amici FB e poi manco salutare il vicino di casa sulle scale del condominio???



Facebook piace perché fa leva sulla “Sindrome del Grande Fratello”: la voglia di insinuarsi nelle vite degli altri, di osservare, vedere; di possedere il telecomando della quotidianità degli altri e tu stesso, attore su un palcoscenico più o meno vasto.



E voi che ne pensate? Qual è la vostra esperienza?

giovedì 6 novembre 2008

Il primo discorso da Presidente di Barack Obama

Penso valga la pena, riportare il discorso di Chicago di Barack Obama.

Bell'esempio sia di comunicazione efficace, sia di politica di altri tempi ...

tratto dalla fonte web http://www.newsfood.com/?location=Italiano&item=50359

"Buonasera Chicago! Se c’è ancora qualcuno là fuori che dubita del fatto che l’America sia il posto dove tutto è possibile, che ancora si chiede se il sogno dei nostri Padri sia vivo oggi, che ancora si interroga sul potere della nostra democrazia, stasera ecco la risposta. E’ la risposta che hanno dato le file davanti le scuole e le chiese, mai così lunghe nella storia di questo paese, fatte da gente che ha atteso tre ore, quattro ore, molti per la prima volta nella loro vita, perché credevano che questa volta poteva essere diverso, e che la loro voce poteva essere quella differenza. E’ la risposta data da giovani e vecchi, ricchi e poveri, Democratici e Repubblicani, neri, bianchi, ispanici, asiatici, nativi americani, gay, etero, disabili e non disabili. Americani, che hanno inviato al mondo il messaggio che noi non siamo mai stati solo un insieme di individui o un insieme di stati rossi e stati blu.

Noi siamo, e sempre saremo, gli Stati Uniti d’America.

E’ la risposta che ha guidato tutti coloro ai quali per lungo tempo e da molti è stato detto: siate scettici, abbiate dubbio e paura, riguardo a quello potrà succedere! ...e li ha guidati a mettere le proprie mani sul cammino della storia per dirigerlo ancora una volta verso la speranza di un giorno migliore.

C’è voluto molto tempo, ma stasera, grazie a quello che abbiamo fatto in questa giornata, in questa elezione, in questo specifico momento, oggi il cambiamento è in America.

Poco prima, in serata, ho ricevuto una chiamata di straordinaria cortesia dal Senatore Mc. Cain.

Il Sen. Mc Cain si è battuto a lungo e con tenacia in questa campagna. E ha combattuto ancora più a lungo e con tenacia per il Paese che ama. Ha sostenuto per l’America sacrifici che molti di noi non potrebbero nemmeno immaginare. Siamo grati per il servizio reso all’America da questo leader audace e coraggioso.

Mi congratulo con lui. Mi congratulo con il Governatore Palin per ciò che sono riusciti a realizzare. E sono impaziente di lavorare con loro per rinnovare la promessa di questo Paese, nei mesi che verranno.

Voglio ringraziare il mio compagno di viaggio, un uomo che ha fatto una campagna elettorale di cuore, che ha parlato in nome degli uomini e delle donne coi quali è cresciuto per le strade di Scranton e coi quali torna in treno a casa, in Delaware: il vice presidente eletto degli Stati Uniti, Joe Biden.

E non sarei qui stanotte se non fosse stato per il sostegno incessante del migliore amico dei miei ultimi 16 anni, pilastro della nostra famiglia, amore della mia vita, la First Lady Michelle Obama.

Sasha e Malia: vi amo più di ciò che possiate immaginare; vi siete meritate il nuovo cucciolo che verrà con noi alla Casa Bianca.

E anche se non è più con noi, io so che mia nonna ci sta guardando, come ci guarda la famiglia grazie alla quale io sono ciò che sono. Mi mancano, stasera, e so che il debito che ho nei loro confronti è incommensurabile!

A mia sorella Maya, a mia sorella Alma, a tutti i miei fratelli e le mie sorelle: grazie per il sostegno che mi avete dato. Vi sono grato.

Al responsabile del mio staff elettorale, David Plouffe, taciuto eroe di questa campagna, che ha realizzato la migliore, la migliore campagna politica, penso, della storia degli Stati Uniti d’America!

Al mio capo stratega, David Axelrod che è stato mio partner in ogni passo del cammino percorso.

Alla migliore squadra elettorale mai messa assieme nella storia politica: a voi tutto ciò è dovuto, e vi sarò per sempre grato per quello che avete sacrificato per realizzarlo.

Ma al di sopra di tutto, non dimenticherò mai coloro ai quali realmente appartiene questa vittoria. Appartiene a voi! Appartiene a voi!

Non sono mai stato un candidato favorito per questa carica. Non abbiamo mai avuto né molto denaro né molto consenso. La nostra campagna non è stata ordita nelle stanze di Washington. È cominciata nei cortili di Des Moines, nei soggiorni di Concord, sotto i portici di Charleston. E’ stata fatta da uomini e donne che hanno dato quel poco che avevano da dare: 5 o 10 o 20 dollari per la causa.

Ha tratto la propria forza da quei giovani che hanno respinto il mito di una generazione apatica e hanno lasciato le proprie case e le proprie famiglie per lavori che offrivano pochi soldi e ancor meno riposo. Ha preso la propria energia da quei meno giovani che hanno sfidato il freddo gelido e il caldo bruciante per bussare alle porte di perfetti sconosciuti, e dai milioni di americani che hanno prestato la propria opera volontaria e lavorato e provato che, più di due secoli dopo, il governo delle persone, dalle persone e per le persone non è stato inghiottito dalla Terra.

Questa è la vostra vittoria!

E io so che non avete fatto tutto ciò che avete fatto per vincere un’elezione. E so che non l’avete fatto per me.

Lo avete fatto perché capite l’enormità del compito che abbiamo davanti. Perché anche se stanotte stiamo festeggiando, sappiamo bene che le sfide che ci attendono domani saranno le più importanti della nostra vita: due guerre, un pianeta in pericolo, la peggiore crisi finanziaria del secolo.
Anche se stanotte siamo qui, sappiamo che ci sono dei coraggiosi americani che si stanno svegliando nei deserti dell’Iraq e nelle montagne dell’Afghanistan per rischiare le proprie vite per noi.

Che ci sono madri e padri che resteranno svegli dopo che i loro bambini si saranno addormentati e si chiederanno come faranno con l’ipoteca o a pagare il conto del medico o a risparmiare abbastanza per l’università dei loro figli.

Ci sono nuove energie da imbrigliare, nuovi posti di lavoro da creare, nuove scuole da costruire, minacce da fronteggiare, alleanze da ricostruire.

La strada che abbiamo davanti è lunga. La salita è ripida. Potremmo non arrivarci in un anno e nemmeno in un mandato. Ma, America, non ho mai auto tanta speranza quanta ne ho stasera sul fatto che ci arriveremo! Io vi prometto che noi ci arriveremo!

Ci saranno ostacoli e false partenze. Molti non concorderanno con tutto ciò che deciderò o con le mie politiche da Presidente. E sappiamo che il governo non può risolvere ogni problema.

Ma sarò sempre onesto con voi riguardo alle sfide che dovremo affrontare. Vi ascolterò, soprattutto quando non sarete d’accordo. E, sopra ogni cosa, vi chiederò di partecipare alla ricostruzione di questa nazione, nell’unico modo in cui l’America è stata fatta per 221 anni - - edificio per edificio, mattone per mattone, mano callosa per mano callosa.

Ciò che è cominciato 21 mesi fa nel cuore dell’inverno non può terminare in questa notte d’autunno.

Questa vittoria da sola non è il cambiamento che vogliamo. E’ solo l’opportunità di realizzare quel cambiamento. E ciò non può accadere se ritorniamo indietro al modo in cui le cose erano.

Non può accadere senza di voi, senza un nuovo spirito di servizio, un nuovo spirito di sacrificio.

Dunque facciamo appello ad un nuovo spirito di patriottismo e di responsabilità, per cui ognuno di noi si rimbocchi le maniche e lavori duramente e si prenda cura non solo di sé stesso ma anche degli altri.

Ricordiamoci che se la crisi finanziaria ci ha insegnato qualcosa è che non possiamo avere un Wall Street ricco e un "Main Street" (n.d.t inteso nel senso del popolo, della gente comune) in sofferenza.

In questo paese, nasciamo e moriamo come Una Nazione, Un Popolo. Non cediamo alla tentazione di ricadere nella faziosità, nella chiusura mentale e nell’immaturità che ha avvelenato la nostra politica così a lungo.

Ricordiamoci che è stato un uomo originario di questo stato a portare per primo lo stendardo del Partito Repubblicano alla Casa Bianca, un partito fondato sui valori dell’autostima, della libertà individuale e dell’unità nazionale.

Quei valori sono valori che tutti noi condividiamo. E mentre il Partito Democratico vince un’importante elezione stanotte, noi lo facciamo con una dose di umiltà e determinazione a sanare le divisioni che hanno ostacolato il nostro progresso.

Come disse Lincoln di fronte ad una nazione ben più lacerata della nostra, noi non siamo nemici ma amici. Anche se le nostre passioni possono averci infiammato, non devono rompersi i nostri legami di affetto.

E per quegli americani il cui sostegno non ho ancora guadagnato: posso non aver vinto il vostro voto stanotte, ma sento le vostre voci, ho bisogno del vostro aiuto. E sarò anche il vostro Presidente.

E per tutti coloro che stanotte ci guardano al di là delle nostre sponde, da palazzi e parlamenti, per coloro radunati attorno alle radio negli angoli dimenticati del mondo: le nostre storie sono differenti, ma il nostro destino è comune, ed una nuova alba per una leadership americana è a portata di mano."

martedì 4 novembre 2008

Il costo (personale) della Politica

"Così Cofferati sceglie i pannolini assorbi flop"


"Il coraggio di Sergio"


"Una scelta senza precedenti"


"Un nuovo stile"


"Una lezione rivoluzionaria"


"Un gesto eroico"


"E quando al piccolo cadrà il primo dentino da latte, allora, che cosa sarà? L’Apocalisse?"



Questi sono solo alcuni dei titoli estratti sulla vicenda di Cofferati, Sindaco uscente della città di Bologna.


Ciò che mi sento di esprimere su questa vicenda, che mi ha fatto riflettere per un paio di similitudini con la mia situazione personale (che sono l’avere una figlia piccina ed essere impegnato attivamente con un incarico politico), l’ho sintetizzata provocatoriamente nel titolo del post.


Il costo – personale – della politica.



Personalmente penso che a Cofferati, vada il massimo rispetto e considerazione per una decisione assolutamente personale, fatta in nome di un valore di cui la sinistra si è sempre fatta alfiere (la famiglia) e che oltremodo, in un ambito politico dove regna la confusione e l’autoreferenzialità, apre a situazioni di rinnovo della classe dirigente.



Quanti altri amministratori pubblici lo avrebbero fatto?

venerdì 24 ottobre 2008

Ricominciamo?

"Se vuoi andare veloce vai da solo,se vuoi andare lontano vai insieme agli altri."


E' un vecchio proverbio africano e, proprio in queste poche parole, ho trovato un po’ la filosofia che mi aveva spinto a creare questo blog, dopo averci tanto pensato: condividere, proporre e accettare proposte, informare ed essere informato, in una logica di reciprocità con tutti coloro che vorranno partecipare con me. … e anche per il puro piacere di poter scrivere e contribuire in qualche maniera ad aiutare gli altri.


Una agorà informatica aperta alla condivisione e allo scambio di idee, proposte. Credo che da tutto questo possa nascere una nuova e vera ricchezza: la ricchezza delle diversità.


Tutto questo fino a poco tempo fa erano solo propositi ma oggi, dopo molti mesi, ho trovato nuovi slanci e stimoli, in un periodo temporale che mi lascia ben poco per sogni e dintorni (non è pessimismo ma una pura constatazione oggettiva!).


Però come affermava Eleonor Roosvelt "Il futuro sorride a chi crede nella bellezza dei suoi sogni"! E allora via … di nuovo, si rincomincia, da questo istante!


Un ringraziamento ad Alex Reif (che trovate qui di fianco e di cui vi suggerisco di leggere il bellissimo post su La legge di Pareto).


A presto!


mm