martedì 19 maggio 2009

Valenza e la crisi. La valenza della Crisi.

Mi è stato chiesto di elaborare una serie di riflessioni sul tema della crisi che purtroppo da un po' di tempo anima dibattiti a ogni livello.
Anticipo, con il permesso di CNA Valenza, il mio intervento qui. Verrà pubblicato in versione cartacea sul prossimo numero di CNA News.

Mi è stato chiesto di elaborare una serie di riflessioni sul tema della crisi che purtroppo da un po' di tempo anima dibattiti a ogni livello.
Anticipo, con il permesso di CNA Valenza, il mio intervento qui. Verrà pubblicato in versione cartacea sul prossimo numero di CNA News.
Mai come oggi si è discusso e dibattuto sulla crisi; una lista quasi interminabile di aggettivi accompagna questo termine nei discorsi quotidiani: crisi finanziaria, crisi della gioielleria, crisi mondiale, crisi locale. In questo numero di CNA News, cercherò di fornire, in sintesi, degli elementi utili per una riflessione rispetto al nostro territorio.
La Crisi: da dove?
La crisi, questa crisi di cui tutti stiamo parlando ha un nome e un cognome, con tanto di relative responsabilità.
Non si può liquidare il problema con uno sbrigativo riferimento ad una presunta esplosione del mondo finanziario e straparlare di trasposizioni di crisi finanziarie al mondo reale. Non saremmo onesti con noi stessi e chiuderemmo gli occhi su una parte del problema, perché quando affermiamo che la crisi è passata dalle Borse al mondo reale, parliamo ed evidenziamo solo una parte del problema che in realtà è ben più ampio e complesso.

La crisi non è solo una crisi finanziaria; è una crisi che ha cause reali, molto reali che si sono ripercosse da una società, quella statunitense, su un sistema finanziario fragile (mondo finanziario USA) e si è propagato al mondo intero, con un effetto domino.


Come è stato possibile? Se volessimo idealmente tracciare uno schema dei vari fattori, avremmo in sequenza:

- Caduta dei prezzi delle case e insolvenza dei mutui USA

- Collasso del mercato dei prodotti strutturati collegati

- Richiesta eccezionale di liquidità dal sistema finanziario americano

- Ulteriori incrementi conseguenti la richiesta di liquidità

- Progressivo ed eccessivo indebitamento delle famiglie americane

- Incremento del costo del denaro

- Fallimento delle principali banche d’investimento

- Interventi delle autorità governative a tutela degli intermediari in difficoltà

- Congelamento del mercato interbancario del costo di finanziamento

… inizio dell’effetto domino dagli USA verso il continente europeo.

Questi pochi elementi di sintesi, dovrebbero farci comprendere come la portata del problema sia veramente a livelli dove i primi interventi utili ed efficaci dovrebbero essere presi dai Governi centrali degli Stati e dagli Organismi economico – finanziari intergovernativi e, come non possono esistere soluzioni semplici a problemi molto complessi.

Il settore della gioielleria poi è stato poi uno dei primi “a sentire” e ad essere anticipatore di quello che c’era nell’aria, non contando che oramai da alcuni anni il manufatto gioielli ero stava vivendo una dura concorrenza, spesso sleale, fatta di globalizzazione (un mondo e un conseguente mercato, di prodotto e del lavoro, senza confini), di brandizzazione (il fenomeno dell’affermazione delle cosiddette “marche”) e di normative di settore che tutto erano (e sono) tranne che facili e comprensibili!

Spesso, con un sorriso amaro, quando vengo chiamato a relazionare sul nostro settore, affermo che in Europa, a dispetto del principio di libera circolazione delle persone e delle merci, principio base dell’Europa comune, solo due merci fanno eccezione: i pesticidi e la gioielleria. Purtroppo è vero e per chi fa attività di impresa con i gioielli è una barriera di non poco conto!

Verso dove?

Quasi un terzo delle maestranze del settore sono in Cassa Integrazione (Ordinaria o Straordinaria o in deroga) o in trattamento di disoccupazione; i flussi di export, vitali per la nostra economia locale, a febbraio 2009 segnavano un quasi -20%.

Sono dati non positivi ma migliori rispetto alle altre due aree distrettuali a noi affini, Arezzo e Vicenza.

Il rischio di esplosione di un problema sociale c’è tutto: basti pensare a quanti nuclei famigliari in Valenza ci sono composti con entrambi i coniugi operanti nel settore e magari ambedue in Cassa Integrazione.

Sul versante delle imprese, la situazione non è migliore: carenza di liquidità e difficoltà nei rapporti con gli istituti bancari sono all’ordine del giorno.

Ad oggi alcuni indicatori economici, in negativo, segnano un rallentamento; occorrerà verificare nel periodo di fine anno se effettivamente tali indicatori hanno segnato un arresto e se tutte le previsioni di crescita riferite ad alcuni paesi leader dei vari organismi intergovernativi saranno confermate.

Rimanendo coerenti e seri, non è possibile allo stato attuale fare previsioni (e dare false speranze), a meno che di non lanciarsi nella lettura delle carte o dei fondi del caffè!

Le proposte del Sistema CNA e la Crisi.

La CNA attraverso i propri organismi nazionali sta richiedendo l’adozione di una serie di misure per tutto il mondo dell’impresa che possono essere trasposte con facilità anche alla nostra realtà distrettuale e sono:

  • interventi urgenti per il trattenimento della liquidità all’interno delle imprese,
  • procedure più celeri per il rimborso dell’Iva,
  • sospensione dei pagamenti di tributi e contributi per l’anno in corso e il prossimo
  • sospensione degli studi di settore per il 2009 e seguire
  • politiche efficaci per la difesa del made in Italy
  • appositi ammortizzatori sociali per artigiani e contoterzisti

a ciò, recentemente il Segretario Nazionale CNA Silvestrini ha auspicato un possibile allentamento del vincolo di stabilità per i Comuni virtuosi che potrebbe generare un movimento, in termini di investimenti, del valore di 50/60 miliardi di euro, richiamando ad azioni tempestive e coordinate di tutte le forze in campo così come avvenne nel corso della crisi del 1992.

Concludendo…

Non operare scelte, rimuovere o addirittura rifiutare l’esistenza della crisi significa rinunciare a un cambiamento. Non solo: significa rinunciare anche a quelle opportunità che sono legate alle crisi, a qualunque crisi, come del resto viene ben sintetizzato dall’ideogramma cinese che definisce il concetto ed è appunto la somma di due concetti, pericolo (indicato col simbolo del fuoco) ed opportunità.

Quale parte dell’ideogramma sapremo far valere: la minaccia o l’opportunità?

Sono convinto che questo distretto se saprà conservare il suo saper fare (con l’aiuto delle Istituzioni e di tutti coloro che hanno a cuore le sorti di questo distretto, siano essi Pubblico o Privato) e saprà unire con la stessa passione e competenza con cui “crea i propri gioielli come sogni”, una nuova e forte capacità organizzata di commercializzare il proprio prodotto, riuscirà ancora una volta a essere partecipe di un miracolo tutto italiano.

Ma attenzione, la realizzazione del miracolo può passare solo se si attiverà una forte azione di cooperazione (intesa come collaborazione) fra le nostre microimprese: occorre andare oltre le tante singole azioni individuali, poiché il vantaggio di uno va a discapito dell’intera collettività.

Per fare questo abbiamo bisogno che ognuno di noi, imprenditore o lavoratore, usi quella intelligente capacità di percepirsi insieme.

Ed insieme sarà tutto più facile.


lunedì 18 maggio 2009

Una curiosità su “Costruire una cattedrale. Perché l'Italia deve tornare a pensare in grande” di Enrico Letta, in esclusiva!

In questo periodo di campagna elettorale, ho avuto modo di potermi confrontare su una varietà di tematiche con alcuni personaggi di rilievo politico e professionale.

Uno di questi è stato Enrico Letta con cui ho potuto discutere per un’oretta, face to face (eravamo nel corso di un trasferimento da una città ad un’altra), dai problemi di politica locale alla situazione nazionale, dalla campagna elettorale ai distretti industriali.

Ho potuto apprezzare la sua lucidità politica e chiarezza, il suo discorso (molto condiviso) su una politica costruita sui valori.

La curiosità in esclusiva cui accenno nel titolo del post, riguarda l’ultimo suo libro intitolato “Costruire una cattedrale. Perché l'Italia deve tornare a pensare in grande”; volevo riportarla qui, perché proprio qui più volte ho discusso di tecnologia e semplificazione della vita.

Ho chiesto all’On. Letta come era riuscito a scrivere un libro (me lo ero già chiesto tante volte con “quel grafomane” di Veltroni :O) e anche perché mi piacerebbe trovare un metodo, per scrivere tutti i miei progetti che ho in cantiere) tra i mille impegni che lo vedono protagonista. La risposta è stata inaspettata!

Il libro è stato scritto step by step, nei ritagli di tempo con il blackberry e riordinato ed articolato successivamente.

Enrico Letta è Geek! :O)

Da autentico geek, mi sono quasi commosso!!!

Riporto infine, sperando di stuzzicare la vostra curiosità, una sintesi che trovate su ibs.it (http://xrl.in/29zq):

"Due operai stanno ammucchiando mattoni lungo una strada. Passa un viandante che s'informa sulla natura del loro lavoro. Uno modestamente risponde: "Sto ammucchiando mattoni". L'altro esclama: "Innalzo una cattedrale!". Il primo degli operai descritti da Pietro Nenni in Parlamento, nel 1959, impila pietre: per sé e per guadagnarsi da vivere oggi. Il secondo fa esattamente lo stesso, ma sa di costruire qualcosa di grande per il futuro. Proprio il futuro è l'orizzonte di riferimento di chi contribuisce alla costruzione di una cattedrale. Un lavoro che costa fatica, non produce vantaggi personali immediati, ma rimarrà nei secoli. E la cattedrale si rivelerà tanto più solida e splendente quanto maggiore sarà la partecipazione della comunità alla sua realizzazione. Il nostro Paese ne è disseminato: opere dell'ingegno e dell'arte fatte in nome di un progetto alto e condiviso. Oggi è difficile anche solo immaginare qualcosa di simile. Che ne è stato di quell'ansia di futuro? Enrico Letta non ha dubbi: anche la crisi economica e sociale che stiamo vivendo è figlia del "presentismo". Della tendenza a sacrificare all'utilità del momento ogni investimento nel futuro che richieda tempo, capacità, pazienza. L'Italia è ammalata di "presentismo" come e forse più degli altri Paesi avanzati. La politica riflette e amplifica questa malattia. Eppure, è questo il momento di ritrovare l'ambizione di realizzare progetti solidi e duraturi. La cattedrale può essere una risposta alla crisi.

Buona lettura!

giovedì 7 maggio 2009

Cupcake for breakfast!

Stamattina per colazione: Cupcake!

Molti avranno già capito che sto parlando del famigerato aggiornamento OTA del firmware dell’ HTC G1 che a inizio maggio doveva essere “spinto” da Google su tutti i telefonini android europei, firmware 1.5 conosciuto per l'appunto come Cupcake.

In realtà parte delle sue funzionalità erano già fruibili grazie a un gruppo ben nutrito di sviluppatori che in parallelo ed anticipatamente avevano già rese disponibili diverse apps che puntavano su alcune caratteristiche di Cupcake, soft keyboard (tastiera virtuale touch) per prima.

Innanzitutto ho subito cercato se era disponibile la localizzazione in italiano: non c’è, ma penso che la motivazione vada cercata nel fatto che il mio Htc è stato importato da Amburgo (Germania) e dunque con OS un po’ differente da quelli circolanti in Italia ora.

Per il resto, è stata una piacevole scoperta delle varie caratteristiche.

Il telefono mi appare un poco più veloce nelle varie transazioni e operazioni di caricamento di schermate; non la stessa percezione ho avuto invece con il boot che mi pare più lungo di diversi secondi.


Mi auguro che il nuovo firmware possa ottimizzare i consumi della batteria ma questa è un test che ad oggi dopo un solo giorno non riesco ancora a fare.

Migliorata la navigazione web all’interno del browser di default; i comandi mi paiono molto più comodi.

La noia è stata quella di dover upgradare tutte le apps installate alle versioni 1.5 compatibili. Per cui consiglio vivamente di procedere all’aggiornamento dell’OS e degli applicativi quando si ha del tempo libero e soprattutto una connessione wireless.

Migliorata graficamente l’interfaccia del calendario: da uno sfondo nero si è passato a un miglior leggibile (a mio parere) background bianco.

Aggiunto anche nativamente l’app (Camcorder) per poter utilizzare la fotocamera per girare dei video.

In più è apparso anche Google Talk (di cui personalmente non ne sentivo la mancanza).

Per il primo giorno è tutto! A voi la linea ed i commenti!