Anticipo, con il permesso di CNA Valenza, il mio intervento qui. Verrà pubblicato in versione cartacea sul prossimo numero di CNA News.
Mi è stato chiesto di elaborare una serie di riflessioni sul tema della crisi che purtroppo da un po' di tempo anima dibattiti a ogni livello.
Anticipo, con il permesso di CNA Valenza, il mio intervento qui. Verrà pubblicato in versione cartacea sul prossimo numero di CNA News.
Mai come oggi si è discusso e dibattuto sulla crisi; una lista quasi interminabile di aggettivi accompagna questo termine nei discorsi quotidiani: crisi finanziaria, crisi della gioielleria, crisi mondiale, crisi locale. In questo numero di CNA News, cercherò di fornire, in sintesi, degli elementi utili per una riflessione rispetto al nostro territorio.
La Crisi: da dove?
La crisi, questa crisi di cui tutti stiamo parlando ha un nome e un cognome, con tanto di relative responsabilità.
Non si può liquidare il problema con uno sbrigativo riferimento ad una presunta esplosione del mondo finanziario e straparlare di trasposizioni di crisi finanziarie al mondo reale. Non saremmo onesti con noi stessi e chiuderemmo gli occhi su una parte del problema, perché quando affermiamo che la crisi è passata dalle Borse al mondo reale, parliamo ed evidenziamo solo una parte del problema che in realtà è ben più ampio e complesso.
La crisi non è solo una crisi finanziaria; è una crisi che ha cause reali, molto reali che si sono ripercosse da una società, quella statunitense, su un sistema finanziario fragile (mondo finanziario USA) e si è propagato al mondo intero, con un effetto domino.
Come è stato possibile? Se volessimo idealmente tracciare uno schema dei vari fattori, avremmo in sequenza:
- Caduta dei prezzi delle case e insolvenza dei mutui USA
- Collasso del mercato dei prodotti strutturati collegati
- Richiesta eccezionale di liquidità dal sistema finanziario americano
- Ulteriori incrementi conseguenti la richiesta di liquidità
- Progressivo ed eccessivo indebitamento delle famiglie americane
- Incremento del costo del denaro
- Fallimento delle principali banche d’investimento
- Interventi delle autorità governative a tutela degli intermediari in difficoltà
- Congelamento del mercato interbancario del costo di finanziamento
… inizio dell’effetto domino dagli USA verso il continente europeo.
Questi pochi elementi di sintesi, dovrebbero farci comprendere come la portata del problema sia veramente a livelli dove i primi interventi utili ed efficaci dovrebbero essere presi dai Governi centrali degli Stati e dagli Organismi economico – finanziari intergovernativi e, come non possono esistere soluzioni semplici a problemi molto complessi.
Il settore della gioielleria poi è stato poi uno dei primi “a sentire” e ad essere anticipatore di quello che c’era nell’aria, non contando che oramai da alcuni anni il manufatto gioielli ero stava vivendo una dura concorrenza, spesso sleale, fatta di globalizzazione (un mondo e un conseguente mercato, di prodotto e del lavoro, senza confini), di brandizzazione (il fenomeno dell’affermazione delle cosiddette “marche”) e di normative di settore che tutto erano (e sono) tranne che facili e comprensibili!
Spesso, con un sorriso amaro, quando vengo chiamato a relazionare sul nostro settore, affermo che in Europa, a dispetto del principio di libera circolazione delle persone e delle merci, principio base dell’Europa comune, solo due merci fanno eccezione: i pesticidi e
Verso dove?
Quasi un terzo delle maestranze del settore sono in Cassa Integrazione (Ordinaria o Straordinaria o in deroga) o in trattamento di disoccupazione; i flussi di export, vitali per la nostra economia locale, a febbraio 2009 segnavano un quasi -20%.
Sono dati non positivi ma migliori rispetto alle altre due aree distrettuali a noi affini, Arezzo e Vicenza.
Il rischio di esplosione di un problema sociale c’è tutto: basti pensare a quanti nuclei famigliari in Valenza ci sono composti con entrambi i coniugi operanti nel settore e magari ambedue in Cassa Integrazione.
Sul versante delle imprese, la situazione non è migliore: carenza di liquidità e difficoltà nei rapporti con gli istituti bancari sono all’ordine del giorno.
Ad oggi alcuni indicatori economici, in negativo, segnano un rallentamento; occorrerà verificare nel periodo di fine anno se effettivamente tali indicatori hanno segnato un arresto e se tutte le previsioni di crescita riferite ad alcuni paesi leader dei vari organismi intergovernativi saranno confermate.
Rimanendo coerenti e seri, non è possibile allo stato attuale fare previsioni (e dare false speranze), a meno che di non lanciarsi nella lettura delle carte o dei fondi del caffè!
Le proposte del Sistema CNA e la Crisi.
La CNA attraverso i propri organismi nazionali sta richiedendo l’adozione di una serie di misure per tutto il mondo dell’impresa che possono essere trasposte con facilità anche alla nostra realtà distrettuale e sono:
- interventi urgenti per il trattenimento della liquidità all’interno delle imprese,
- procedure più celeri per il rimborso dell’Iva,
- sospensione dei pagamenti di tributi e contributi per l’anno in corso e il prossimo
- sospensione degli studi di settore per il 2009 e seguire
- politiche efficaci per la difesa del made in Italy
- appositi ammortizzatori sociali per artigiani e contoterzisti
a ciò, recentemente il Segretario Nazionale CNA Silvestrini ha auspicato un possibile allentamento del vincolo di stabilità per i Comuni virtuosi che potrebbe generare un movimento, in termini di investimenti, del valore di 50/60 miliardi di euro, richiamando ad azioni tempestive e coordinate di tutte le forze in campo così come avvenne nel corso della crisi del 1992.
Concludendo…
Non operare scelte, rimuovere o addirittura rifiutare l’esistenza della crisi significa rinunciare a un cambiamento. Non solo: significa rinunciare anche a quelle opportunità che sono legate alle crisi, a qualunque crisi, come del resto viene ben sintetizzato dall’ideogramma cinese che definisce il concetto ed è appunto la somma di due concetti, pericolo (indicato col simbolo del fuoco) ed opportunità.
Quale parte dell’ideogramma sapremo far valere: la minaccia o l’opportunità?
Sono convinto che questo distretto se saprà conservare il suo saper fare (con l’aiuto delle Istituzioni e di tutti coloro che hanno a cuore le sorti di questo distretto, siano essi Pubblico o Privato) e saprà unire con la stessa passione e competenza con cui “crea i propri gioielli come sogni”, una nuova e forte capacità organizzata di commercializzare il proprio prodotto, riuscirà ancora una volta a essere partecipe di un miracolo tutto italiano.
Ma attenzione, la realizzazione del miracolo può passare solo se si attiverà una forte azione di cooperazione (intesa come collaborazione) fra le nostre microimprese: occorre andare oltre le tante singole azioni individuali, poiché il vantaggio di uno va a discapito dell’intera collettività.
Per fare questo abbiamo bisogno che ognuno di noi, imprenditore o lavoratore, usi quella intelligente capacità di percepirsi insieme.
Ed insieme sarà tutto più facile.