martedì 24 agosto 2010

One more time, ridajé ... Internet è morto?

E’ il tormentone 2.0 del momento, sollevato da Chris Anderson della rivista Wired (USA) e a me ha fatto ricordare una gag stupenda di anni or sono: Guzzanti – Veltroni che parla con Livia Turco e a un certo punto dichiara “Compagni della mozione Nazzari, Amedeo Nazzari è morto!!!”.


Lascio qui il link per chi volesse farsi due risate …

Sinceramente, non mi sento di fare predizioni circa la salute del web, ma certamente è vivo (e lotta insieme a noi! Mi verrebbe da aggiungere, sempre in tema di slogan).

Cosa è successo allora?

La verità è forse più semplice di ogni interpretazione (e di ogni sensazionalistico titolo di giornale …): Internet, il web, così come le persone e la società, cambia, muta; non è un’entità statica e più di altri è in perenne dinamismo.

Oggi internet perde sempre più significato (= valore?) concepito come semplice sfogliare pagine sul web (non a caso non parliamo di web 2.0? O No?).

Grazie e soprattutto alla diffusione di nuovi dispositivi (resi più appetibili anche dal fattore prezzo) che consentono la connessione praticamente da ovunque (iPad, iPhone, smartphone in generale & soci), il “tempo su internet” viene declinato diversamente:

- utilizzo di apps che utilizzano connettività internet

- attività sui social networks

- lettura di feed RSS

- attività di blogging

- corrispondenza di emails

- attività di download/upload collegate a traffico peer to peer o cloud computing.

Vi viene in mente altro?

Come vivete voi il web?

Per approfondire, suggerisco la lettura di un paio di bei post: made in Tagliaerbe, di Harry McCracken (titolato La Tragica Morte praticamente di Tutto!) ed infine (lo so, avevo detto un paio ..) un intervento molto lucido e che condivido appieno di Cavazzini.

Buona lettura e … scaramanticamente: kum Internet kum!

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